Questo documento costituisce una prima nota per la Commissione MIUR preposta all’elaborazione delle linee guida 06 nazionali da integrare con i capisaldi di un curricolo ecologicamente orientato.
Costruire una visione eco sostenibile del mondo: un’urgenza educativa sin dallo 06
La crisi ecologica nasce e trova alimento nell’orizzonte simbolico che da sempre domina e pervade la cultura occidentale e che è costruito sull’illusione prometeica che induce a ritenere l’uomo in grado di esercitare un controllo unilaterale sui processi naturali e a concepire la condizione umana sempre più indipendente dalle leggi di una natura da rendere disponibile alla sua volontà e ai suoi progetti.
Il bisogno di interrogarsi sul rapporto uomo/natura già da tempo è stato all’attenzione del GNNI e l’evento della pandemia COVID 19 ha portato con insistenza e accelerazione la discussione intorno ad un pensiero filosofico/pedagogico di quello che tale rapporto rappresenti.
L’educazione orientata fin dalla nascita in un’ottica ecologica rappresenta un’opportunità non più rinviabile per tentare di riequilibrare un rapporto tra uomo e natura che non sia un rapporto di sopraffazione e sfruttamento. Si tratta di un’inversione di paradigma che può avvenire iniziando a vivere esperienze in modalità “naturale” fin dalla più tenera età.
In questi tempi di pandemia la relazione bambini/natura sta ricevendo grande attenzione nel mondo educativo e nella scena politica e non solo.
Stiamo assistendo a prese di posizione, a volte riduttive e semplificate, a favore del valore degli spazi naturali, intesi sia come luoghi salubri per il recupero del movimento e del diritto al gioco dei bambini chiusi da molto tempo nelle case, sia come possibilità concreta per garantire un aumento e una ri-articolazione degli spazi dei servizi educativi e delle scuole, al fine di garantire il distanziamento sociale e la sicurezza dal contagio .
La natura viene rivalutata all’interno di un ribaltamento della percezione della sicurezza tra in e out a cui siamo abituati nel mondo scolastico: sono ora gli spazi esterni ad essere percepiti come più sicuri di quelli interni.
La natura viene valorizzata anche come necessario bilanciamento alla esposizione eccessiva agli schermi e alla tecnologia che ha inondato i bambini con la DAD e il confinamento in casa , con riferimento in questo caso a quelle ricerche sulla relazione con la natura come dimensione privilegiata di recupero fisico, psicologico ed emotivo dei bambini, stressati dall’isolamento sociale e dalle restrizioni di gioco, socialità e movimento libero durante la fase 1 del lockdown. Mai come ora la Natura appare salvifica e risolutiva per la riorganizzazione e ripresa scolastica, mai come ora urgente il ritorno agli spazi esterni e naturali, sia pur all’interno di cautele, tempi regimentati , mascherine e distanziamento sociale.
Proprio in questi giorni si sta accelerando nelle Regioni e negli Enti locali per organizzare la riapertura dei nidi con attività educative all’aperto e progetti di centri estivi a piccoli gruppi nei giardini e cortili dei servizi e delle scuole, che ora appaiono la soluzione a portata di mano per garantire una ripresa veloce dell’offerta educativa alle famiglie, in grado di garantire sicurezza e diradamento fisico (non sociale) ed è corsa al censimento e recupero degli spazi aperti e naturali delle comunità .
Come gruppo green del GNNI valutiamo con favore e speranza questo riconoscimento del valore della natura nella educazione,ma riteniamo che la attenzione agli spazi esterni non possa essere una scelta “a tempo”, dettata solo dalle esigenze del contenimento del contagio.
Al di là delle dichiarazioni di intenti, tutte condivisibili, si tratta di rifondare da subito pensiero e progettualità naturali in maniera strutturale e non episodica, all’interno di uno sguardo ampio che consideri le esperienze di e in natura parte integrante e permanente della educazione dei bambini e delle bambine.
L’educazione in natura ha innumerevoli potenzialità nel favorire nei bambini apprendimenti esperienziali e autentici coinvolgendoli in maniera olistica e si inserisce in maniera coerente in un quadro più ampio di educazione alla sostenibilità ambientale volta a far sperimentare fin dalla nascita un rapporto emotivo di appartenenza fondamentale per sviluppare sentimenti e atteggiamenti di consapevolezza, responsabilità, amore e cura nei confronti dell’ambiente degradato dalla azione umana, che dureranno nel corso della vita.
Poiché la sensibilità ecologica va coltivata da un’intenzionalità educativa forte, la formazione di insegnanti ed educatori diventa elemento imprescindibile per garantire ai bambini un’educazione ecologicamente orientata. Occorre, cioè, che l’adulto che si assume la responsabilità di realizzare percorsi volti a far rinascere la relazione tra bambini e natura, a sostenere le intelligenze e i linguaggi dei bambini nello scoprirla, sperimentarla, abitarla, interrogarla, comprenderla, narrarla e interpretarla nella sua complessità sia un adulto colto di natura.
A cura del gruppo di pensiero green del GNNI
Francesca Ciabotti, Antonia Labonia, Concetta Monachello, Maria Antonietta Nunnari