Nelle scorse settimane in Lombardia, ed anche a livello nazionale, si è alimentato un forte dibattito riguardo la dgr 2662/2019, strumento normativo che punta a superare il dettato della ormai obsoleta dgr 20588/05 che ad oggi detta i criteri di funzionamento dei servizi all’infanzia (da 0 a 3 anni) in Lombardia.
Numerosi soggetti istituzionali e non (ANCI, FISM, Alleanza cooperativa) hanno già evidenziato i nodi critici della proposta, in una logica di scambio, di corresponsabilità, di voler provare a co-costruire con il decisore politico il quadro di riferimento per il funzionamento di servizi così rilevanti.
Anche noi del Gruppo Nazionale Nidi e Infanzia – Gruppo Lombardia intendiamo contribuire al dibattito, evidenziando quelle che a nostro avviso sono le questioni più rilevanti.
Non scenderemo nel dettaglio dei singoli aspetti, pur condividendo le posizioni che in vario modo sono state evidenziate dai soggetti sopra richiamati. Ci permettiamo invece di portare alcuni ragionamenti più ampi, di “sistema”, riguardo i servizi all’infanzia e la loro importanza.
La prima cosa che ci trova fortemente in disaccordo, e ci provoca non poca preoccupazione, è un ritorno al passato. In contrasto con il dibattito pedagogico e lo stato di avanzamento del pensiero sull’infanzia l’idea di una separazione tra “tempo educativo” e “tempo di assistenza” in un servizio di nido è a nostro avviso sbagliata e rischiosa. Pensare che il momento dell’accoglienza o del ricongiungimento con le figure adulte sia per i bambini un mero passaggio, e quindi necessiti di una più bassa presenza educativa, significa sottovalutare l’importanza fondamentale di queste routines.
Il secondo aspetto che evidenziamo è che, al di là di alcuni formali richiami alla legge 107/16 e al DL 65/17, il quadro dei servizi lombardi resta fortemente caratterizzato da una sostanziale dicotomia tra 0/3 e 3/6.
Non basta, a nostro avviso, fare un richiamo alla possibilità di aprire poli per l’infanzia, o autorizzare un ingresso unico tra nido e scuola dell’infanzia. è, sempre secondo noi, fondamentale promuovere una reale integrazione su diversi livelli (pedagogico, organizzativo, gestionali); integrazione che ad oggi non trova spazio nei riferimenti univoci, partendo dal fatto che sono 3 diverse le direzioni regionali ad occuparsi della materia.
Sulla questione dei volontari nei servizi, pur riconoscendo l’importante apporto che associazioni e singoli hanno garantito al sistema dei servizi, non possiamo non evidenziare i rischi di tale approccio: a nostro avviso i volontari, con formazione e titoli di studio specifici, devono essere solo di supporto al personale educativo per migliorare l’offerta nel servizio; la decisione di contarli per stabilire la sussistenza dei requisiti nel rapporto educatori / bambini è a nostro avviso molto rischiosa.
Lo spirito della DGR, nel dichiarato di Regione Lombardia, dovrebbe essere quello di rendere un sistema oggi in parte obsoleto e rigido più attuale e flessibile. Il risultato del combinato disposto delle diverse normative oggi esistenti, delle proposte della nuova DGR e delle diverse competenze istituzionali in campo rendono invece il sistema più farraginoso, fragile, a rischio. A tal proposito evidenziamo che la seppur encomiabile politica di Regione Lombardia che punta all’azzeramento dei costi dei servizi (c.d. “nidi gratis”) concentra l’investimento sul lato della domanda. Lascia però scoperto completamente il lato dell’offerta, che si trova oggi in condizioni sempre più critiche e con concreti rischi di vedere, nel medio periodo, la diminuzione di posti nido a fronte di una forte espansione della domanda.
Chiediamo quindi a regione Lombardia di rivedere le proposte contenute nella DGR. Dichiariamo la nostra disponibilità a partecipare ai tavoli tematici sullo 0.6 in fase di costituzione, per poter partecipare fattivamente e positivamente alla definizione di linee normative e progettuali più in linea con le reali necessità di chi i servizi li gestisce e li frequenta.
Lettera agli iscritti del Gruppo Territoriale: CLICCA QUI
Testo della Delibera: QUI