Inizia tra pochi giorni un anno educativo che può essere qualificato in vario modo: difficile, importante, caotico, decisivo, e altro ancora. Ma senz’altro un anno che riassume in sé la necessità di riprendere quella attività in presenza che abbiamo in questi mesi tutti richiamato come essenziale e specifica di una corretta e positiva strategia educativa.
Non sarà certo facile, all’interno di incertezze ancora presenti nelle stesse linee nazionali e di intrecci tra diritti, aspettative e bisogni che vengono giustamente espressi da tutti i soggetti coinvolti: i bambini e le bambine anzitutto, le famiglie, i lavoratori, gli stessi soggetti pubblici e privati che garantiscono la gestione dei servizi.
Mi viene in mente un passo di un celebre libro di Italo Calvino , “Le Città invisibili”, che qui vi ripropongo:
“Fedora ha adesso nel palazzo delle sfere il suo museo: ogni abitante lo visita, sceglie la città che corrisponde ai suoi desideri, la contempla immaginando di specchiarsi nella peschiera delle meduse che doveva raccogliere le acque del canale ( se non fosse stato prosciugato), di percorrere dall’alto del baldacchino il viale riservato agli elefanti (ora banditi dalla città), di scivolare lungo la spirale del minareto a chiocciola (che non trovò più la base su cui sorgere).
Nella mappa del tuo impero, o grande Kan, devono trovar posto sia la grande Fedora di pietra sia le piccole Fedore nelle sfere di vetro. Non perché tutte ugualmente reali, ma perché tutte solo presunte. L’una racchiude ciò che è accettato come necessario mentre non lo è ancora; le altre ciò che è immaginato come possibile e un minuto dopo non lo è più.”
Nell’incontro tra ciò che detta la necessità e ciò che pensiamo debba essere credo stia il filo di quest’anno che si va aprendo. Il pensiero, il confronto, l’esperienza maturata anche in questi difficili mesi, la riflessione sul fare rimangono dunque cardini fondamentali per garantire a tutti la migliore realizzazione dei propri diritti.
Come ci diceva Loris Malaguzzi:
“I nidi e tutti i servizi educativi non sono fatti letterari o semplicemente pedagogici: sono prima di tutto atti e realizzazioni che debbono sfidare ogni giorno le qualità e i significati della vicenda politica e dentro quella ritrovare l’identità del possibile…e dell’impossibile”.
È con l’auspicio che anche l’impossibile divenga realtà che a nome del Gruppo Nazionale Nidi e Infanzia auguro a tutte e tutti il migliore anno educativo.
Aldo Garbarini